Festività
Feste e festeggiamenti
Un centro vivo di spiritualità
Ancora oggi, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie è un cuore pulsante di vita religiosa. Ogni anno, numerosi fedeli partecipano alla festa con la tradizionale processione. Il fascino di questo luogo risiede non solo nella sua bellezza architettonica e storica, ma anche nell’atmosfera di pace e raccoglimento che invita alla preghiera e che si perde nel suo incontaminato paesaggio aperto sul mare.
La devozione alla Madonna delle Grazie non si limita a essere un’eredità del passato, ma è una tradizione che continua a essere alimentata dalla comunità locale. Il culto mariano si è radicato profondamente nelle campagne rossanesi e ha ispirato generazioni di fedeli, continuando ad essere centro di relazioni e convivialità, confermando il ruolo della Chiesa come centro spirituale e culturale, tanto apprezzato anche dai turisti.
Questi anni hanno rappresentato un periodo di rinascita per il culto, con una diffusione capillare delle tradizioni e dei valori legati alla Madonna delle Grazie. Tanto che la spiritualità del luogo continua a essere viva, tramandata non solo attraverso celebrazioni religiose, ma anche attraverso legami umani e culturali che resistono al passare del tempo.
Il messaggio universale della Madonna delle Grazie
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie non è solo un legame tra il passato e il presente, tra la comunità locale ed il territorio, a conferma del ruolo della Chiesa come centro spirituale e punto di riferimento, ma anche un luogo dove la devozione mariana assume un significato universale di accoglienza e convivenza. L’immagine della Madonna rappresenta un simbolo di speranza, protezione e amore materno, valori che continuano a ispirare chiunque varchi la soglia di questa Chiesa.
La festa della Madonna delle Grazie
A Rossano, oltre all’Achiropita, è molto sentita la festa della Madonna delle Grazie che ricorre l’8 settembre, quando la Chiesa ricorda la Natività di Maria. Un momento di preghiera e festa popolare che la comunità tutta vive con passione e trasporto.
Oltre alle celebrazioni religiose, in passato, si teneva anche una fiera che le persone meno giovani ricordano certamente per l’allegra confusione che si veniva a creare e per le grandi giocate “…a noci” e che i contadini vendevano “tre noci dieci lire”.
C’era una volta… la fiera di Santa Maria delle Grazie
Nella prima settimana di settembre, in occasione della festa della Madonna delle Grazie, si facevano tre giorni di fiera, con i primi due dedicati alla vendita degli animali. Si assisteva a questo continuo passaggio, fatto di animali e di gente interessata a vendere o comprare, che portava alla collina della Santa Croce, di fronte alla Chiesa della Madonna delle Grazie. La strada che portava alla Chiesa era solitamente piena di bancarelle che vendevano di tutto: dagli indumenti agli attrezzi da lavoro, dai giocattoli alle cose da mangiare, dalle piante ai casalinghi, ma quello che dava di più all’occhio era la grande quantità di botti nuove per il vino, i torchi per macinare l’uva e le macchinette per fare la salsa.
La particolarità della Fiera di Santa Maria delle Grazie erano le noci, o meglio, “il giocare a noci”. Nella salita che portava proprio alla Chiesa si posizionavano quelli che vendevano le noci, in enormi sacchi.
Da Rossano, già di buon mattino, tutti, piccoli e grandi, andavano a piedi fino a Santa Maria delle Grazie. La “strada di Celadi” si riempiva di gente. Alcuni parlavano e scherzavano ma molti pregavano durante il tragitto e una volta giunti sul posto si sedevano in Chiesa a rendere omaggio alla Madonna. All’ora di pranzo ognuno cercava un posto dove mangiare apparecchiando una tovaglia per terra, magari cercando il fresco sotto un antico ulivo.
Era il suono della campana della Chiesa che annunciava l’inizio della processione. La statua della Madonna veniva portata a spalla lungo la strada che porta al Colagnati. Alla vista delle case situate a fianco del fiume Trionto, si faceva una sosta per pregare e benedire l’intera valle e il raccolto del nuovo anno. Al rientro si era soliti (e si è) fare una sosta anche sul versante che si apre sul centro storico di Rossano per salutare la città e i suoi abitanti.
La Festa della Santa Croce
Una festa molto sentita ancor oggi è la Festa della Santa Croce che si celebra il 3 maggio. Infatti fino alle riforme del Messale Romano promulgate da Papa Giovanni XXIII nel 1960/1962, il 3 maggio ricorreva la festa della Santa Croce.
La Chiesa ricordava solennemente il ritrovamento (da invenio, termine latino) della Croce di Cristo fatto da Elena, madre di Costantino il Grande. Anche se questa festa liturgica è stata soppressa e unificata a quella dell’Esaltazione della Croce (14 settembre), in molti paesi e località italiane, si continua a festeggiarla il 3 maggio.
Così anche in questa data la statua della Madonna viene portata in processione fino alla montagna della Santa Croce, dove viene celebrata la messa, e poi successivamente viene riportata tra canti e preghiere in Chiesa. All’imbrunire, dopo aver recitato un Ave Maria, e “salutato” la Madonna, con un lancio di fuochi d’artificio, si rientra nuovamente tutti a piedi a casa.