Arte sacra
Arte e tesori della Chiesa
Le Opere d’arte sacra
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie è un tesoro di arte sacra che testimonia la profonda devozione mariana e la ricca storia spirituale del luogo. Tra le opere custodite, alcune risalgono a secoli addietro e raccontano un legame ininterrotto tra fede, storia e bellezza artistica.

L’Incoronazione di Maria tra Gesù e il Padre Eterno
L’affresco, posto sopra il presbiterio, mette in risalto il momento dell’incoronazione di Maria ad opera di Gesù e di Dio Padre.
La rappresentazione rimanda al culto che si diffuse dal XII secolo in Occidente con la pratica di incoronare le immagini della Madonna.
Una figurazione artistica e devozionale che celebra il ruolo di Maria come Regina del cielo e della terra, in virtù della sua unione con Cristo e del suo ruolo come Madre della Chiesa.

La statua della Madonna delle Grazie
La statua raffigurante la Madonna è una pregevole opera in cartapesta dipinta da bottega leccese (XX sec.).
Essa incarna la madre benevola e affettuosa che stringe a sé il Figlio, ma anche e soprattutto l’intermediaria misericordiosa, Colei che in virtù della propria nascita immacolata e del suo tragico destino di madre orfana del proprio figlio, ha assunto il diritto di invocare Dio in nome di tutti gli uomini.
La statua è molto venerata dagli abitanti del luogo.

I due dipinti di Cristoforo Santanna
Lungo le pareti dell’aula liturgica entro una cornice in stucco si conservano due tele di Cristoforo Santanna, sovrastanti due altari rimossi negli anni Settanta del Novecento.
I dipinti, olio su tela, raffigurano (a sinistra) “l’Adorazione dei pastori e (a destra) “san Giuseppe col Bambino e santi”.
Cristoforo Santanna, di umili origini (Marano Marchesato, 1735–Rende, 1805) è stato un pittore di grandi capacità artistiche e dalla spiccata duttilità. Impiegato in numerosi lavori fu molto ricercato e apprezzato da famiglie nobili e personalità clericali. Con la sua ricca produzione artistica divenne celebre e molto richiesto in Calabria, tanto da essere considerato il maggiore pittore calabrese del suo tempo, attivo maggiormente nella provincia di Cosenza. Non si conosce molto della sua vita a differenza della sua numerosa produzione pittorica che ci restituisce la “stima” al pittore, dalle grandi doti, tanto da essere etichettato come il fa presto, poiché terminata un’opera si dedicava subito ad un’altra.
Lo stile di Cristoforo Santanna è inconfondibile, con volti espressivi ed aggraziati, assieme a rese di ambientazione spesso ingenue, grossolane e abbozzate. Sebbene fosse vicino alla scuola pittorica napoletana del primo Settecento il Santanna fu legato ad uno stile semplice imposto dalla proficua committenza. In molte sue opere spesso si possono riscontrare elementi tipici della cultura calabrese settecentesca come gli abiti della festa e da cerimonia.

Il fonte battesimale
Questa bellissima opera era visibile solo per una porzione dal momento che era stata incastonata nel muro della Chiesa.
Con gli ultimi lavori di restauro, poiché la stessa si presentava integra, è stata smurata e collocata libera ed in posizione avanzata, così che possa essere ammirata e usata per le funzioni religiose.
Realizzata e lavorata a scalpello in pietra, in più pezzi, molto probabilmente è opera di maestranze locali, databile tardo XVII sec.

Il Crocifisso Ligneo
Il Crocifisso ligneo policromo molto probabilmente è l’unico elemento superstite della prima costruzione cappuccina in ragione della sua fattura e resa artistica molto arcaica. Dopo il restauro è stato esposto, sino al 2025, al Museo Diocesano e del Codex.
Il Cristo è raffigurato con occhi chiusi, con evidenti fiotti di sangue. La corona di spine, realizzata impiegando un intreccio di elementi vegetali, lo rende originale e molto espressivo. La mancanza di capelli, suggerisce l’impiego di una parrucca ormai persa.
L’iconografia del Cristo patiens è intimamente legata alla tradizione francescana, ampliandone la devozione e la diffusione, atteggiamenti tipici degli ordini mendicanti legati ad un particolare un territorio. Non è da escludere l’ipotesi che il crocifisso sia stato realizzato da un opificio cappuccino in quanto i padri calabresi si sono sempre caratterizzati per la lavorazione del legno, della tarsia e dell’ebanisteria.

La Madonna delle Grazie che allatta il bambino
Il piccolo dipinto, un olio su tela, rappresenta la Madonna che allatta con gesto amorevole il Bambino.
La resa pittorica è molto rapida e tipica della pittura da cavalletto ottocentesca. Si tratta, molto probabilmente, di una porzione di un dipinto più grande.
Infatti, durante l’ultimo restauro, sul margine destro del dipinto, è stata recuperata l’iscrizione del canonico procuratore di Santa Maria delle Grazie, Giacinto Joele, che lo fece realizzare, nel 1865, da un pittore al momento anonimo, ma certamente di area romana.